Chiunque è benvenuto: l’accesso è libero e gratuito per tutti.
Per approfondimenti di carattere naturalistico, artistico e storico-architettonico sono previste visite guidate per adulti e bambini, laboratori e workshop didattici.
Se siete un gruppo scolastico e/o gruppo organizzato è obbligatoria la prenotazione tramite prenotazioni@admaiora.education.
Gli spazi di Horti sono un’area verde nel centro storico di Pavia completamente accessibile anche alle persone con disabilità.
Gli ingressi sono: viale Lungo Ticino Sforza 46 e
via Cardinale Tosi 5 (Pavia), a circa 20 minuti a piedi dalla stazione dei treni di Pavia.
Il parco è aperto dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 16:00.
Horti Bistrot dal martedì al venerdì è aperto dalle 12:00 alle 16:00. Sabato e domenica Horti Bistrot è aperto dalle 10:00 fino alle 21:30. L’ingresso principale da Viale Lungo Ticino Sforza 46 rimane aperto fino alle 21:30 per consentire l’accesso a Horti Bistrot.
Gli spazi di Horti sono un’area verde nel centro storico di Pavia completamente accessibile anche alle persone con disabilità.
Gli ingressi sono: viale Lungo Ticino Sforza 46 e
via Cardinale Tosi 5 (Pavia), a circa 20 minuti a piedi dalla stazione dei treni di Pavia.
Il parco è aperto dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 16:00.
Horti Bistrot dal martedì al venerdì è aperto dalle 12:00 alle 16:00. Sabato e domenica Horti Bistrot è aperto dalle 10:00 fino alle 21:30. L’ingresso principale da Viale Lungo Ticino Sforza 46 rimane aperto fino alle 21:30 per consentire l’accesso a Horti Bistrot.
In attesa della prossima visita agli Horti, puoi esplorare la nostra mappa interattiva: clicca sulle icone e scopri di più sul percorso artistico, storico e la fauna che abita il parco.
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All'interno di Horti sorge il Cascinale secentesco che ospita il punto di ristoro. Gestito da Planeat.eco, Horti Bistrot riserva particolare attenzione ai prodotti locali, all'inclusione sociale e alla riduzione degli sprechi.
Horti Bistrot di Planeat.eco ospita feste, eventi aziendali e tanto altro ancora. Grazie al nostro partner ADMaiora, realizziamo anche compleanni animati, dove vengono organizzate attività ludodidattiche direttamente dai nostri educatori.
Scrivici e facci sapere cosa hai in mente, ti daremo conferma al più presto.
È consigliato
1.Raccogliere e assaggiare i frutti edibili che trovate sulle piante o sugli arbusti del cardo.
2. Prendere una seduta e rilassarsi.
3. Camminare, anche scalzi, sui prati a raso.
4. Raccogliere legni e bastoni per accatastarli nei punti di necromassa.
5. Fermarsi a leggere, studiare, lavorare o rilassarsi.
6. Chiedere una mappa al nostro infopoint.
7. Inquadrare i QR code della segnaletica del parco per approfondire i contenuti
È consentito
1. Accedere con gli amici a 4 zampe tenuti al guinzaglio per rispetto verso gli altri e verso la fauna del parco.
2. Fare foto per uso personale e la pubblicazione sui social. Non dimenticate di aggiungere il tag @horticollegioborromeo.
3. Rifornirsi gratuitamente di acqua al bistrot.
4. Consumare cibi e bevande esclusivamente nell'area esterna al bistrot, utilizzando i tavoli da picnic.
5. Fumare esclusivamente nell’area esterna al bistrot.
È vietato
1. Entrare a gruppi scolastici e/o gruppi organizzati senza prenotazione.
2. Realizzare foto e video a fini commerciali e/o pubblicitari senza precedente autorizzazione scritta.
3. Abbandonare le deiezioni dei propri animali e altri rifiuti.
4.Buttarsi o immergersi, anche parzialmente, negli specchi d’acqua e nel ruscello.
5.Giocare, arrampicarsi, danneggiare la vegetazione, le opere d’arte e gli arredi.
6. Giocare a palla e frisbee.
7. Protrarre la presenza oltre l’orario di chiusura.
8.Entrare con veicoli a motore, biciclette e monopattini, anche se accompagnati a mano (sono presenti rastrelliere in entrambi gli ingressi).
9. Calpestare i prati fioriti.
10. Dare da mangiare agli animali che popolano il parco.
11. Usare legni e bastoni in modo improprio.
Horti è accessibile a tutti. Il parco è percorribile per persone con disabilità. Anche il bistrot è munito di ascensore e bagni attrezzati.
In caso di forte vento o pioggia, il parco rimarrà chiuso per questioni di sicurezza.
Horti è visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì, senza obbligo di prenotazione. Chiediamo la gentilezza ai gruppi scolastici e/o i gruppi organizzati di prenotarsi tramite prenotazioni@admaiora.education.
È possibile consumare cibo e bevande proprie nello spazio esterno al bistrot.
Arnaldo Pomodoro
1997
La Triade, opera formata da tre colonne in fiberglass bianco alte 15 m e di diametro 1,5 m, è stata collocata agli Horti nel dicembre 2021. Le colonne sono i modelli impiegati per la fusione della scultura permanentemente collocata a New York nel 1981. Questa opera fu esposta per la prima volta nel 1984 al Forte di Belvedere di Firenze, poi collocati a Pavia in piazza Milano fino al 2002, a Lugano nel 2004 per la mostra personale di Pomodoro e infine a Torino dal 2006 al 2010.
Ferruccio Ascari
2017
Con un’attitudine ricorrente nel suo percorso artistico Ferruccio Ascari riconcepisce per gli Horti la sua opera Luogo Presunto, un’installazione ambientale già collocata a Milano al centro del chiostro della Basilica di San Simpliciano. Questi “archetipi di edifici di incerta stabilità” sospesi sulla superficie dello specchio d’acqua, disposti senza un ordine apparente, sembrano rispondere ad un puro impulso di espansione e sono esposti a continue mutazioni a seconda della luce, del susseguirsi delle stagioni e delle configurazioni del cielo.
Nicola Carrino
2001
Risalgono al 1969 i primi Costruttivi trasformabili di Nicola Carrino: sculture modulari in ferro, in acciaio e acciaio corten, a forma di “L” o “T”, su cui l’artista interviene nel tempo con trasformazioni innumerevoli e imprevedibili in relazione agli spazi espositivi, ambientali, all’aperto, urbani. Composta di pochi o molti elementi identici, la scultura di Carrino non si ripete mai uguale, ma si manifesta sempre diversa a seconda dell’ambiente con cui interagisce.
Sergio Alberti
2013
La poetica di Sergio Alberti si rivela perfettamente nell’opera scelta per gli Horti, Traccia vegetale interrotta, in cui la riflessione sulla sostanza della materia e sul paesaggio, divenute atto plastico, si traducono nell’intuizione del rapporto tra forma scultorea e suggestione naturale, tra rigore e metamorfosi, tra astrazione e figurazione.
Marco Lodola
2023
Marco Lodola si caratterizza per le sagome di plexiglass trasparenti, colorate e illuminate, dove si mescolano i confini tra scultura e pittura, tridimensionalità e superficie, visività e materia. Il suo linguaggio, ispirato sia alle avanguardie sia alla pop art, illustra con ironia una serie di “icone pop” dell’attualità consumistica e mass-mediatica, in cui tutto può diventare iconico. Ciò accade anche con l’opera Fab4, che riproduce la celebre fotografia (scattata nel ‘69 da Lain MacMillan) dei Beatles che camminano in fila sulle strisce pedonali di Abbey Road, trasformandola in una sequenza di luce, colore e ritmo.
Alberto Ghinzani
2006
Le sculture di Alberto Ghinzani dialogano con il paesaggio, inteso come essenza, e si fanno attraversare ariosamente. Teatro dell’assenza è una delle opere più significative: «Il ferro, che ricorda la materia e il primordio dell’uomo, regge una struttura eterea e allo stesso tempo imponente, che si fa rappresentazione e spazio scenico, induce a attraversare e riattraversare i luoghi della memoria con l’espediente fisico che l’ha trasformata e la fa somigliare a una grande finestra, la porta socchiusa sullo sfondo […]». (Rachele Ferrario).
Giovanna Fra
2019
Timelapse (Intervallo di tempo) è un ideogramma dipinto e stampato su tela, immagine di un hashtag che diventa simbolo e legante comunicativo e aggregatore col mondo. È un percorso circolare, un arco di tempo, l’evoluzione del lavoro di Giovanna Fra.
Costantino Ruggeri
1974
Con l’utilizzo di riquadri di vetro trasparente soffiato a bocca provenienti da finestre dismesse, Ruggeri realizzò forme “trasparenti” racchiuse in pannelli. L’originaria legatura a piombo divenne parte integrante della composizione. Ai riquadri in vetro vennero incollate, con forme e disegni ogni volta differenti, carte trasparenti, opache, fogli di plastica, ragnatele e impronte di mani e piedi.
David Tremlett
2022
Sulle pareti interne dell’ex chiesa si può ammirare il wall drawing site specific dell’artista britannico David Tremlett. Le figure sono il risultato dell’intersezione di numerose linee verticali, orizzontali, diagonali e circolari, alla ricerca di una confortante sicurezza in un momento in cui tutto il mondo sembrava essere precipitato nel caos a causa della pandemia da Covid19. Sul lato nord l’artista ha reinterpretato la bussola lignea di ingresso ricoprendola con grasso, contenente grafite, modellato a mano.
Mauro Staccioli
2003
L’opera Uguale-contrario, arditamente e liberamente conformata grazie all’uso sapiente del ferro zincato, sfida quasi le leggi della gravità. Già nel titolo presenta due opposti, rifiutando quindi definizioni univoche e cercando un apporto più pregnante con lo spazio. Così commenta Staccioli: “L’andamento ascensionale e discensionale dell’arco mima il movimento del pensiero che si interroga, torna su se stesso e prende forma nell’opera”.
Salvatore Cuschera
2003
Tendente alla monumentalità, la scultura di Salvatore Cuschera si esprime in forme compatte e solide, ma aperte, legate sia all’organico che al geometrico. Per lo scultore la natura è un’inesauribile fonte di ispirazione, una materia antica, quasi omerica e sciamanica, che si trasforma in altro da sé, in forme attualissime e contemporanee. Evidente è l’influenza del grande maestro basco Eduardo Chillida per l’essenzialità delle forme e l’attenzione agli spessori e alla massa.
Grazie all’apicoltore Michele Contini gli Horti beneficiano della presenza delle api con alcuni alveari. Le api sono importantissimi insetti impollinatori e dal loro lavoro quotidiano dipende circa il 70% delle colture alimentari e il 90% delle piante selvatiche. In ogni alveare, attorno all’ape regina, ci sono circa 50.000 api, tutte femmine a parte il fuco, fundamentale per la ventilazione dell’alveare e per fecondare la regina che, a differenza delle api operaie, viene alimentata con pappa reale. Il lavoro intenso di ogni alveare produce da 20 a 60 kg di miele in più rispetto alle proprie necessità.
Luigi Mainolfi
1997
La poetica di Luigi Mainolfi tende ad una figuratività allusiva e sintetica, sempre sul punto di diventare astrazione. Molte sue opere sono realizzate con materiali poveri e naturali. Il ferro gli consente di creare strutture leggere, nonostante le dimensioni, in grandi formati aerei, senza corpo né massa, solo scheletro, pur non arrivando alla completa astrazione. Sono i titoli delle opere che danno alla forma un significato riconoscibile, nonostante il rischio di paradossi, come in questo caso fra il Sole e la Gabbia che dovrebbe contenerlo.
ivan
2023
ivan è padre della poesia di strada e artista pubblico dai primi anni del 2000. Nell’opera site specific per gli Horti si affrontano i temi della memoria, della frammentazione del contemporaneo, del ruolo della parola nelle relazioni tra società e individui, della ricomposizione delle dimensioni immaginarie collettive. Il risultato, derivante da un workshop con gli alunni del Collegio e gli ospiti del dormitorio San Carlo, è un’opera aperta a molteplici piani di lettura e fruizione, che fa eco e si integra nel contesto.
David Tremlett
2022
La superficie del muro interrotta dall’antico partitore delle acque, che costituisce uno sfondo scenico all’area boschiva degli Horti, è stata affidata all’artista britannico David Tremlett. Questa opera di Tremlett è caratterizzata da colori accesi e da forme geometriche semplici e irregolari che evocano una terza dimensione. A sinistra, lo sfondo grigio chiaro sottolinea idealmente il collegamento con il contesto storico cittadino, mentre lo sfondo grigio/azzurro a destra crea un collegamento con la natura.
Gianfranco Pardi
2001
Per Gianfranco Pardi la riflessione sullo spazio è un elemento fondamentale. La dimensione ideale cui il suo lavoro aspira è l’architettura come terreno di scambio e incrocio fra diverse discipline. La scultura Box in ferro e acciaio dipinti in un giallo vivo deriva da una serie di opere realizzate a partire da scatole di cartone. Si scardina la perpendicolarità e la grande “scatola” si scompagina sotto i nostri occhi fino a creare una figura del tutto nuova, appartenente ad una geometria “altra”, aperta.
Il nuovo e cospicuo impianto arboreo ricrea un habitat particolare, producendo l’effetto “margine boschivo”, ideale per la valorizzazione e la salvaguardia della biodiversità, per la nidificazione e la riproduzione di specie avifaunistiche. In questo habitat si creano zone di ombra/luce con differenti temperature e livelli di umidità, che rispondono favorevolmente alle esigenze di flora e fauna. Il traffico e l’inquinamento acustico di viale Lungo Ticino Sforza vengono schermati e i visitatori si trovano immersi in un’oasi naturalistica.
Il martin pescatore comune (Alcedo atthis) è un uccello coraciforme della famiglia degli Alcedinidi. È di piccole dimensioni, lungo fra i 17 e i 25 cm, con un’apertura alare che raggiunge i 26 cm. Nidifica sui fiumi e ruscelli a corso lento e sulle rive dei laghi. Il dorso è di colore azzurro con iridescenze verdi su testa, ali e coda, mentre il petto e il ventre sono di color bruno-arancio. Il suo volo è rasente l’acqua, molto veloce e breve e caratteristico è il volo a “spirito santo” per osservare la presenza di prede (piccoli pesci e crostacei) sul fondo degli specchi d’acqua per poi tuffarsi.
Negli Horti l’elemento vitale dell’acqua è molto presente. Lo stagno è caratterizzato una profondità media di 80 cm, l’acqua è torbida e la sua velocità è pressocché nulla. Si possono vedere alcune specie ittiche che vivono in questo habitat, soprattutto della famiglia dei Ciprinidi come le carpe. Lungo le sponde nidificano germani reali e gallinelle d’acqua. Non di rado è possibile vedere l’airone cenerino e l’airone bianco, la nitticora, la cicogna bianca e il martin pescatore.
Lo specchio d’acqua caratterizzato da habitat lacustre è più grande e più profondo, quindi con una temperatura inferiore, rispetto allo stagno ed è alimentato da un ruscello che garantisce la corrente. Qui si possono vedere trote e alborelle. Lungo le sue sponde si trovano molte varietà di piante palustri che affondano le radici nell’acqua con funzione di depurazione e costituiscono luoghi idonei per la riproduzione di rane e rospi che attraggono specie di uccelli dipendenti dalle zone umide come l’airone cenerino e l’airone bianco, la nitticora, la cicogna bianca, la garzetta.
Nell’orto degli aromi sono messe a dimora piante aromatiche con diversi periodi di fioritura. Oltre che gradevoli e stimolanti, i profumi che percepiamo hanno una funzione biologica importante: difendono le piante dagli insetti fitofagi e dagli erbivori e attraggono gli insetti impollinatori. Passeggiando tra le piante si suggerisce ai visitatori di sollecitare con delicatezza le foglie per sentirne meglio il profumo ed avere un’esperienza sensoriale unica.
Il percorso principale che attraversa il parco da sud a nord, denominato “cardo” secondo l’antica terminologia romana, congiunge gli edifici e le aree principali degli Horti. Dall’ingresso si susseguono sul lato destro: il bistrot, lo scavo archeologico della chiesa di San Marco in Monte Bertone, Horti Extra Art. Il tracciato è valorizzato su entrambi i lati da colture di piccoli frutti che delimitano il percorso e attraggono insetti e uccelli, ghiotti del nettare dei fiori e dei frutti. Tra i piccoli frutti si trovano ribes, lamponi, fragole, more e uva spina. I visitatori possono raccoglierli e gustarli.
La cicogna bianca (Ciconia ciconia) è un trampoliere molto grande, raggiunge un’altezza di circa 100 cm e un’apertura alare di circa 180 cm. Il suo piumaggio è bianco, le penne remiganti e timoniere sono nere. Ha zampe lunghe e sottili e il becco molto lungo e spesso, entrambi di color rosso-arancione. I maschi sono leggermente più grandi delle femmine. Instancabile viaggiatrice, la cicogna bianca è diffusa in Europa, Asia e Africa. Grazie alla dedizione di Harry Salamon e della moglie Antonia, fondatori dell’Oasi di Sant’Alessio a pochi chilometri degli Horti, oggi la cicogna bianca nidifica anche in Lombardia e Piemonte.
Alcune aree degli Horti sono seminate con le essenze più adatte ad attrarre api, farfalle e insetti impollinatori, fondamentali per la salvaguardia della biodiversità. La varietà dei semi dipende dall’esposizione, dal rapporto sole/ombra e dalle condizioni del terreno. La fioritura per alcune essenze raggiunge anche i 100/150 cm di altezza da terra. Per scelta la crescita di questi prati viene lasciata libera.
Gli insetti svolgono un ruolo importante nel nostro ecosistema: permettono l’impollinazione di fiori e ortaggi e aiutano a difendere la terra da altri insetti dannosi. La casa per insetti è un ambiente artificiale composto da diversi materiali, pensato per accogliere questi piccoli ospiti benefici per gli Horti. Canne, pezzi di corteccia, paglia, pigne, tronchi di legno sono gli elementi che la compongono. Gli alloggi sono occupati soprattutto in inverno e servono da riparo e protezione per trascorrere la stagione più fredda.
Gli alberi con cavità scavate dai picchi sono di grande importanza per la biodiversità degli ecosistemi boschivi in quanto consentono la riproduzione della propria specie ma anche di numerose specie “ospiti”, perché i fori scavati nei tronchi offrono opportunità di nidificazione e riparo a molti altri uccelli, a piccoli mammiferi e a imenotteri sociali, tra cui le api selvatiche. Inoltre, queste cavità posso essere usate per scorte alimentari e costituiscono una riserva idrica per molti animali in tutti i periodi dell’anno. Per queste ragioni i picchi sono anche definiti “ingegneri ecologici”.
Il Collegio Borromeo, fondato da Carlo Borromeo nel 1561, ospita da sempre alunni universitari. Il Palazzo, progettato e realizzato dall’architetto Pellegrino Tibaldi, racchiude un’ampia corte d’onore quadrata, un giardino all’italiana del ‘600 con una grande fontana all’interno di un nicchione. Il salone degli Affreschi ospita il primo ciclo pittorico monumentale dedicato a San Carlo e commissionato da Federico Borromeo, primo alunno e primo patrono del Collegio. Il campus è oggi completato dalla Sezione Laureati e dal Palazzo moderno (2009).
La chiesa di San Marco in Monte Bertone, la cui fondazione risale al 1174, fu acquistata dall’Almo Collegio Borromeo (1821) e successivamente demolita per far posto alle coltivazioni e alle strutture afferenti. Nel 2017 sono state compiute indagini geofisiche che hanno rilevato tracce dell’edificio. Lo stato di conservazione dei resti, nonostante le demolizioni, ha giustificato una ricognizione archeologica, anche concepita come esperienza didattica per gli studenti universitari, tuttora in corso.
A nord degli Horti fu costruito negli anni ‘50 del Settecento, grazie a un lascito testamentario del vescovo di Pavia Francesco Pertusati, il “Pio Luogo Pertusati”. L’edificio, destinato a ospitare persone bisognose, aprì nel 1759. Acquistato nel 1823 dal Collegio Borromeo con i terreni circostanti è attualmente sede della “Sezione Laureati”. La struttura comprende un portico interno con colonne doriche in granito al piano terra e un loggiato al piano superiore. La chiesa adiacente, ora sconsacrata, è stata riqualificata come sala polivalente (Horti Extra Art).
Questo edificio su tre piani è di costruzione secentesca e, dopo l’acquisizione agli inizi dell’800 da parte del Collegio, venne mantenuto per funzioni agricole. Radicalmente ristrutturato nel 2007, oggi ospita il bistrot degli Horti. Il locale è gestito da Planeat.eco, che promuove e diffonde modelli e sistemi economici e sociali sostenibili, aspirando a generare valore diffuso. La scelta etica di Horti include anche gli arredi esterni realizzati con profili estrusi in pvc espanso rigenerato derivante da plastiche e farina di legno di scarto.
In questa piccola struttura muraria a doppia camera annessa al muro di cinta del giardino del convento dei Padri Cappuccini, abbattuto nell’Ottocento, confluivano le acque provenienti dal fossato del Castello Visconteo e da qui venivano ripartite nelle diverse canalizzazioni, per irrigare ortaglie e frutteti, e raggiungevano il muro di cinta del giardino secentesco del Collegio, alimentandone la fontana inserita nel nicchione. Oggi il partitore rappresenta la sorgente da cui nasce il ruscello che irrora il laghetto.
L’area tra il muro antico di mattoni a vista e il confine nord-est degli Horti è morfologicamente differente rispetto al resto del parco. Gli alberi sono più fitti, i raggi del sole penetrano con fatica e un ruscello si snoda tra le irregolarità del terreno. Tra le fronde degli alberi sono stati posizionati alcuni nidi artificiali e mangiatoie che, soprattutto nei mesi invernali, consentono riparo e cibo a diverse specie di uccelli. Si ha la sensazione di varcare una soglia e di entrare in una vera e propria comunità con legami indissolubili: la cosiddetta “comunità degli alberi” definita da Stefano Mancuso.
Vieni a trovarci all'infopoint. Ogni sabato e domenica, dalle 10:00 all'ora del tramonto.
Il ruscello è di circa 145 m di lunghezza. Sgorga nel punto più a nord degli Horti, in corrispondenza dell’antico partitore delle acque che riforniva anche il Collegio. Si snoda nell’area più boschiva e la attraversa da nord a sud adattandosi all’orografia del terreno. Tre pozze intermedie garantiscono il controllo del flusso d’acqua. Sono di diverse profondità per costituire luoghi ideali per la riproduzione di insetti e anfibi. Un sistema di pompaggio garantisce il ricircolo continuo dell’acqua ed evita inutili sprechi.
Giulia Mangoni
2022
Il Salmerino Viandante è un’opera composta da tre fusioni in bronzo raffiguranti esemplari della specie ittica ‘salmerino alpino’, incastonati su una pietra di formazione marina – quindi ricca di fossili – collocata all’interno di un piccolo specchio d’acqua. Il salmerino alpino, appartenente alla famiglia dei salmonidi, abita le acque di laghi e torrenti sulle Alpi, e si ritiene che questa specie risalga all’epoca glaciale.
Jannis Kounellis
L’opera si compone di 48 calchi di gesso rappresentanti delle teste di iconografia classica e 8 elementi di pietra calcarea, legati a sette cavi d’acciaio che pendono da un’altezza di 4 m. Il complesso di fili metallici rassomiglia ad un sipario, i cui candidi volumi sospesi si stagliano su un fondale scuro ad arco. L’opera è stata ideata da Jannis Kounellis, uno dei massimi artisti contemporanei ed esponente di spicco del movimento dell’Arte povera, in occasione del progetto “all’Arte” per la raccolta di fondi da destinare alla ricerca medica.
Prima di continuare, si prega di inserire un indirizzo di spedizione valido
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